mercoledì 10 luglio 2013

In pentola

Victoria Falls, Zimbabwe



Gli ingredienti ci sono tutti: yoga, viaggi, incontri, avventura, sfide, esperienze, scrittura.
A partire da questo fine settimana, durante il quale mi aspettano tre giorni di yoga full immersion, un corso di approfondimento per insegnanti durante il quale esplorerò i confini della mia mente, mi relazionerò con persone che conosco e ne conoscerò tante altre nuove. Meraviglia!
Poi si parte, destinazione Las Vegas e Grand Canyon, prime tappe del viaggio verso la West Coast: on the road lungo il deserto e i parchi naturali, fino alla costa, San Diego e Los Angeles. Sento già il prurito ai piedi.

Sono giorni, questi, in cui mi proietto nel mondo più del solito: cartine, itinerari, pianificazioni, lonely planet, mappe interattive online... Non riesco a non pensare sin da ora al Perù in ottobre, sentendo già il cuore battere forte al pensiero di trovarmi in luoghi sacri e misteriosi, nella natura, in quota, con un compagno di viaggi la cui mano avvolge sempre la mia. E penso al Messico, meta a caso, alle prime volte nella vita, a una sfida così a lungo ricercata, tanto viaggio solitario quanto lontano dall'isolamento, al coraggio e alle opportunità recuperate, al romanzo che ne può venire fuori.
Scrivere, sempre... Anche per lavoro. Insegnare yoga a pieno ritmo è il dono più grande, di cui mi sento più grata, ma anche la copywriter che è in me è contenta di essere messa all'opera, presa alla sprovvista da offerte sbucate dal nulla.
Proiezioni spontanee, tacite preghiere, cuore aperto, innocenza: non ho altri ingredienti, per la mia prosperità. Il bene attira il bene, la felicità attira la felicità e, come dice mia nonna, "aiutati che Dio ti aiuta!". Così mi è sempre arrivato tutto senza che lo abbia mai desiderato o abbia sofferto per ottenerlo, perché qualunque cosa o persona io abbia attirato, l'ho sempre vissuta come parte dell'avventura. Sono una persona fortunata e piena di gratitudine. Di più: sono grata di essere fatta così, grata di essere grata sempre e comunque.

Ci sono ancora tanti luoghi da visitare, tanti angoli del mondo e dell'anima da esplorare, tante persone e storie da scrivere. Davanti a ogni mappa, davanti a ogni pagina, un misto di emozioni: gioia per ciò che ho visto, fibrillazione per quello che ancora c'è da vedere, un pizzico di impazienza e di paura, nell'eventualità di non riuscire a fare tutto. Come il sogno di passare mesi in un luogo lontano, immerso nella natura, magari in Asia, la casa di sempre... Coltivando i campi come volontaria in cambio di vitto e alloggio, conoscendo da vicino le persone a me tanto familiari, meditando nei templi oppure all'aperto, insegnando yoga, scrivendo un libro, girando in bici, imparando un'altra lingua, esplorando e accogliendo tutto ciò che sembra tanto lontano e scoprire invece che è sempre stato dietro l'angolo. Dietro quell'angolino dell'anima che prende sempre più spazio.
Non hai più l'età giusta, dice la vecchia me. "Ormai hai una famiglia, dovresti pensare solo a quando diventerai mamma!", "Ormai il tuo tempo è passato per queste cose, avresti dovuto pensarci prima!", "Cavoli tuoi ora se non hai applicato prima un po' di sano ego e sei andata da subito per la tua strada, incurante di tutto e tutti!"
Non ho esattamente avuto le spinte, gli esempi o l'incoraggiamento, è vero. Ma oggi so cosa dirmi: tutto questo mi rende speciale. Proprio perché la strada l'ho trovata dentro di me, e non fuori, da sola, sono una persona forte ed equilibrata, in grado di affrontare le paure ed essere me stessa senza ferire nessuno.
Sarò felice di diventare mamma quando succederà, sarò felice di diventarlo rimanendo me stessa, e per questo renderò felice la mia famiglia. Che sia in America, a Roma, in Sicilia o in Asia.

Così mi vedo, in questi giorni. Libera, grazia anche alla vicinanza di un uomo meraviglioso a cui si illuminano gli occhi ogni volta che vede le mie ali spiegarsi. Nessuno mi ha mai fatto sentire così libera, così felice di essere me stessa: per anni ho lasciato che le ali aderissero al mio corpo, formando la figura che faceva comodo agli altri.
Emozioni in pentola: lasciare sobbollire finché trovino la loro ragion d'essere e vadano in fumo, poi mangiarle e infine digerirle. Perché in fondo sai che il viaggio, per quanto l'inizio sia stato ritardato e soffocato, non avrà mai fine.

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