martedì 17 marzo 2015

Curry e l'Italy che non c'è



C'era una volta una ragazza che tutti dicevano venire dall'India. In effetti i suoi lineamenti e colori suggerivano questo e, per di più, praticare e insegnare yoga sembrava confermare l'origine asiatica. Lei però indiana non era, almeno non in questa vita. Italiana, lo stivale comunque le andava stretto. Aveva voglia di camminare a piedi nudi, di esplorare il mondo, viaggiare tutto intorno e ritorno e poi ricominciare. Un bel giorno si ritrovò negli Stati Uniti e portò lì con sé la propria casa, perché la casa è dove ti porta il cuore, cioè sempre con te stesso. E, nel suo caso, anche con il compagno di viaggio che l'aveva scelta e che lei aveva scelto.

Devo continuare? Ormai avete capito di chi sto parlando. Non avete ancora capito però perché ve lo sto dicendo, per iniziare un post che figurerà nella pagina ricette di felicità di questo blog. Ora ve lo spiego.
C'era una volta, ho cominciato dicendo, perché in effetti una volta c'era l'Italia e la burrata che compravi al supermercato o nelle drogherie. Ora invece ci sono gli States: 1. Se gli dici drogheria ti mandano in farmacia: drugstore significa farmacia e comunque loro sono fissati con le medicine, qualunque minimo disturbo e ti danno la morfina; 2. Se vai nel grocery store (questa volta ci siamo, è quello giusto!) e chiedi della burrata ti guardano con tanto d'occhi e, se sei fortunato e ce l'hanno, leggi sull'etichetta Belgioioso. Bello, ti dici. Ti suona, l'hai già sentito. Non è quello che pensi, però: made in the US sta scritto dietro in piccolo.

Questa è la storia di Curry, la burrata e i ricordi dell'Italia e dell'infanzia racchiusi in una bowl di crema di carote.
Ringrazio Claudia La Femme du Chef per questa ricetta così ricca e semplice al tempo stesso. Non solo perché è una delle mie food blogger preferite, ma anche per regalarmi quel senso di conforto che si prova quando conosci una persona da una vita. Anche se non vi vedete mai e a stento riuscite a comunicare per via della mancanza di tempo e della vita che sta in mezzo. D'altronde c'è da aspettarselo da una donna che va pazza per il burro (e, si potrebbe azzardare, per la burrata?). Trovate in questo post sul suo blog la ricetta originale: io non l'ho cambiata di una virgola (è sana e gustosa come piace in famiglia), ma lì potete sempre leggere anche la sua storia di questa zuppa e, per esperienza diretta, posso dire che vale sempre la pena.



Crema di carote al curry e la meditazione per ricordare se stessi

Ingredienti

400g carote
1 cipolla gialla
1 cucchiaino da té di Curry (i ricordi volano inevitabilmente in India)
1 cucchiaio da tavola di latte (facoltativo)
olio evo q.b.
sale q.b.
1 burrata piccola (made either in the US or in Italy, non importa. Semmai importata.)

Procedimento: ad ogni passaggio della ricetta corrisponde parte della meditazione.

Se avete domande,  qui ci sono alcuni consigli su come usare le ricette di felicità in questo blog.

Lavate e mondate le carote e la cipolla, tagliatele a pezzetti e mettetele in una casseruola coprendo a filo con acqua.
Sentite il suolo sotto i piedi e collegatevi alla Terra. Da lì sono venute quelle carote e quella cipolla, da lì venite anche voi, frutti che avete messo radice, siete cresciuti e sbocciati con i vostri colori, odori, sapori. Connettetevi alle vostre caratteristiche mentre continuate ad occuparvi di carote e cipolla con delicatezza, lentamente: siete arancioni? Siete dolci? Avete fatto piangere qualcuno? Siete sensibili? Siete coriacei oppure avete mille veli che prima o poi, col tempo, togliete? State piangendo per la cipolla oppure per altro? Realizzate che, qualunque cosa sia, passerà, è solo un momento. Lasciate che gli occhi vi pizzichino. Apprezzate qualunque nota di carattere che vi riguardi arrivi alla mente, accettate tutto, qualunque sia la verità. Siete voi con voi stessi, state cercando il vostro Sè più profondo, quello delle origini, quello originale. Nessuno è sbagliato, nessuno è perfetto: si è quel che si è. Ricordatevene mentre coprite le carote e la cipolla con l'acqua. Sentite di nutrire voi stessi, la vostra autostima con quell'acqua.

Fate cuocere per una ventina di minuti, fino a quando le carote non saranno tenere.
Sedete a terra a gambe incrociate a piedi nudi, oppure con la schiena dritta su una sedia e le piante dei piedi che toccano il pavimento. Mettete le mani sul cuore, una sopra l'altra, e chiudete gli occhi. Per tutti i venti minuti restate lì semplicemente, sentendo il battito del vostro cuore contro le mani, il bollore dell'acqua in sottofondo e il profumo dolce e intenso degli ingredienti sul fuoco.

Frullate il tutto, aggiungete il curry e regolate di sale.
Questo è il momento della verità: se pensavate di essere dolci, considerate di poter essere piccanti o speziati. E viceversa. Se pensavate di essere insipidi, aggiustate di sale. Mischiate tutto, ogni opposto, contraddizione, polarità, e concedetevi il caos della creatività per potere fare ordine davvero. Osservate il tutto frullare e partecipate anche voi: tutto ricreato e co-creato. Siete voi i vostri stessi creatori, siete voi a decidere chi volete essere, perché conoscete gli ingredienti in quel caos. 

Rimettete poi sul fuoco per altri cinque minuti circa, aggiungendo eventualmente anche il latte, finché la crema non sarà densa e omogenea.
Per questi cinque minuti, recitate il mantra SAT NAM: significa "la verità è la mia identità". Fate in modo di cantare la vocale "A" di "Sat" più a lungo (Sat significa vero/verità): prendete un bel respiro e lasciate uscire il suono dal cuore per la durata dell'intera espirazione e sappiate che quel suono davvero è in grado di aprirlo, il cuore. Le A nei mantra fanno questo. Cantate dal cuore per cinque minuti, qualunque cosa stia succedendo: mescolando la crema di carote, aggiungendo il latte o meno, con gli occhi aperti o chiusi, non importa. Concentratevi sul cuore e sul suono che state producendo.

Servite con qualche straccetto di burrata e un filo d'olio extravergine di oliva, accompagnando con crostini di pane casareccio.
Ah, la burrata, quella morbidezza creativa che corona il vostro essere. Visualizzate quel bianco morbido in cima alla vostra testa, perfetta conclusione per i vostri ingredienti, elemento che li connette e indirizza all'unicità e all'armonia.
Ah, quel perfetto filo d'olio dorato che sigilla la vostra ricetta. Il vostro fil d'or che suggerisce quanto siete perfetti così come siete. Visualizzatelo dentro di voi, partendo dal cuore un filo dorato che si congiunge alla cima della testa con la burrata e oltre, verso l'alto.
Assaggiate la crema, godete di quella lieve sensazione speziata e sfidante, smorzata in modo perfetto dalla dolcezza e accoglienza della burrata.
Ricordate chi siete, mentre mangiate. Mettete insieme tutti i pezzi del puzzle: in quale parte del mondo siete nati, dove siete cresciuti, in quale luogo avete scelto di abitare o siete capitati. Ecco la visione d'insieme: se stessi si è nel cuore.


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