lunedì 6 maggio 2013

People & Food

Amritsar, India


George è in America da 19 anni, viveva in Europa. Riconosce il mio accento (non sono ancora così brava?!) e gli si illuminano gli occhi parlando di Roma. Non ci è mai stato. Ha passeggiato davanti al Colosseo, in via Condotti, Cola di Rienzo, ha visitato ogni singolo gelataio e persino "Gigetto" al ghetto: tutto con l'immaginazione, guardando le immagini sulle riviste.
Incontro George nel corso della mia passeggiata, a un semaforo rosso, verso Whole Foods Market: devo solo comprare un paio di cose dimenticate l'altro giorno facendo la spesa, posso portarle al braccio. La nostra conversazione dura l'attraversamento di due incroci, in attesa del verde: ci congediamo presentandoci e ciascuno per la sua strada.

Tappa da Artfully Chocolate, per assaggiare una pralina. Emily mi guarda con tanto d'occhi: solo una?! Sì, solo una. "It's my little treat of the day!" le dico. Sorride, mette il cioccolatino in una bustina trasparente e me la porge da dietro il bancone.
Torno indietro sulla King, Howard è seduto fuori dal suo negozio di fumetti. Sta mangiando un taco pieno di roba non identificata.

Spedisco le cartoline. Sono in vacanza? No, è tanto per dire ciao alle persone oltre oceano.
La borsa è pesante, fra bottiglia d'acqua da un litro e il libro di 500 pagine. La busta di Whole Foods sarebbe tollerabile, ma visto che casa è di passaggio, faccio un pit-stop veloce e ne approfitto per bere un Ms. Whiz: il pranzo può attendere, è troppo una giornata di sole per non arrivare fino al waterfront e leggere qualche pagina.

Mike è un veterano di guerra, chiede qualche soldo dalla sua panchina di fronte al Potomac. Non legge le labbra, quindi devi fargli capire a gesti che non hai change, gli angoli della mia bocca verso il basso. Mi rimprovero per non avere mai cash dietro, in questa America in cui si paga tutto con le carte, e gli stringo la mano. Non sentirà la mia voce, ma il gesto lo ha sentito e pare gli sia bastato: non ha voglia che andiamo insieme a comprargli da mangiare. "I shouldn't have asked!" mormora con orgoglio. E stringe lui la mano a me, sorridendomi. Con galanteria mi dà strada, poi torna sulla sua panchina.

Rock Creek Park, Washington D.C.


Gita domenicale a Rock Creek Park: c'è un bosco in città, non me lo posso perdere. Le persone sono in minoranza, in mezzo a tutti quegli alberi, per quanto la strada costeggi il parco e ogni tanto ti costringa a lasciarti distrarre dalle macchine. Cibo neanche a parlarne: non ci eravamo preparati per il pic-nic sul prato.
Tornata a casa sono affamata come un lupo e passo in rassegna il frigo: meravigliosi, dolci, succosi, rossi pomodorini! Qualche cracker, sfoglie di ricotta salata e pomodorino in cima... Dieci minuti di libidine. Grazie a Dio riesco a trovare pomodorini autentici, cresciuti al sole di qualche farmer locale o al massimo della California... La ricotta non sarà quella che mangiavo in Sicilia, ma si difende.
Smetto a malincuore di gustare il mio treat of the day, esplorando il contrasto tra la dolcezza del pomodoro e la ricotta salata: Heidi ci aspetta per cena alle 7pm (tardi, per gli orari americani!).

Piena di gratitudine, mangio le verdure che ha fatto apposta per me: morbida pumpkin, rossi peperoni e verdi baccelli, insalata, qualche patata qua e là. Lei e i nostri rispettivi mariti mangiano anche salmone al forno. Pavarotti e arie d'opera in sottofondo.
Si commuove Heidi, raccontando di come è scappata da un uomo violento e da una vita troppo dura nella ex Iugoslavia, di come ha portato via da lì il figlio che oggi lavora in un CVS a poche miglia da lei e sembra avere dimenticato, non chiamandola tanto quanto lei si aspetterebbe.
Guardo i suoi dipinti appesi alle pareti: è una donna forte e sensibile e ha un grande talento.
La torta al cioccolato l'ha comprata Paul prima di rincasare. Come dire di no? Heidi ne mangia tre fette.

Tornare a casa è come cambiare stanza: usciamo dalla porta e di fronte c'è la nostra.
Buonanotte people. Food, ti annego in una tisana.

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Ms. Whiz*

Ecco la ricetta di una deliziosa bevanda yogica, perfetta a colazione per noi donne.


Frullare fino a ottenere una bevanda spumosa:

1 banana matura
8 once (circa 1/4 di litro) succo d'arancia
1 cucchiaio clorofilla liquida
2 cucchiaini sciroppo di crusca di riso
2 cucchiaini olio di mandorle o olio di sesamo (spremuti a freddo)


L'olio di mandorle è essenziale per le donne: quando preso a crudo, ed è quello spremuto a freddo, abbassa il colesterolo, riduce il grasso corporeo, pulisce il corpo dalle tossine, mantiene bella la pelle, fornisce le proteine necessarie e quieta persino l'appetito: bastano due cucchiai al giorno... in un frullato, per condire l'insalata, ovunque ci piaccia di più. Preso la sera prima di dormire aiuta ad andare in bagno il giorno dopo!

L'olio di sesamo spremuto a freddo è una fonte eccellente di calcio: il sapore è più intenso, ma è molto utile per le ossa.

In Italia non è così facile trovare la clorofilla liquida e lo sciroppo di crusca di riso. Si può provare nei negozi di alimentari biologici. Altrimenti, il modo più semplice è ordinare la clorofilla via internet (facendo attenzione alla qualità del fornitore, ovviamente).
La presenza della clorofilla assicura una dose di energia verde per cominciare la giornata: ogni giorno dovremmo consumarne una certa quantità... (Sbizzarrirsi quindi con le verdure a foglia verde è cosa buona e giusta!)
Il rice bran syrup contiene minerali e vitamine del gruppo B, ottimo per i vegetariani! Quando non ce l'ho a disposizione per Ms. Whiz io uso lo sciroppo d'acero (grade B, il più integrale e ricco, mi raccomando... più è scuro, più contiene nutrienti e ne basta molto meno per dolcificare!). Ad ogni modo, è buonissimo anche senza.

Enjoy!

*tratto da: Foods for health and healing. Remedies and recipes based on the teachings of Yogi Bhajan, PhD

Ms Whiz




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