mercoledì 3 aprile 2013

Riflessioni sulla scrittura


"It has never been easy for me to understand why people work so hard to create something beautiful, but then refuse to share it with anyone, for fear of criticism. Wasn’t that the point of the creation – to communicate something to the world? So PUT IT OUT THERE. Send your work off to editors and agents as much as possible, show it to your neighbors, plaster it on the walls of the bus stops – just don’t sit on your work and suffocate it. At least try. And when the powers-that-be send you back your manuscript (and they will), take a deep breath and try again. (...) Your job is only to write your heart out, and let destiny take care of the rest."


Elizabeth Gilbert è una delle scrittrici contemporanee che mi tengono incollata alla pagina. "Eat, Pray, Love" mi ha seguito anche qui negli Stati Uniti, in qualità di uno dei miei libri preferiti: lo avevo letto in italiano e leggerlo in lingua originale è stata un'esperienza ancora più divertente.
Il link sopra porta a una pagina del suo sito (in inglese) in cui, con la grazia, umorismo ed eleganza che la caratterizzano, racconta come si diventa scrittori.
Io sono una che si è sempre trattenuta in questo senso: ho chili di storie e racconti che ho condiviso solo con pochi, pochissimi altri occhi. Un po' per pudore, visto che c'è molto di se stessi in ogni opera creativa, un po' perché non ho voglia di sentirmi rifiutata (perché, diciamoci la verità: trovare una casa editrice che ti pubblichi al primo colpo è una chimera, trovarne una che ti pubblichi e basta ha una percentuale di probabilità ridicola. E non ha a che vedere con le qualità dello scrittore e della sua opera, almeno non soltanto con questo...).
Scrivendo questo suo articolo, però, la Gilbert è uno spunto di grande ispirazione per me e sicuramente per molti altri che non ci credono abbastanza: impegno e perseveranza, amore e anima per ciò che si fa, tenere fisso in mente un obiettivo senza aspettative, con umiltà, grinta e coraggio.
Saremo rifiutati, ignorati, criticati... che importa? Non è la meta, ma il viaggio che conta! La dedizione, esattamente con la stessa intensità della devozione con cui si recita ogni giorno una preghiera, aumenta di molto le possibilità che i propri sogni si materializzino.
Come artisti, come comunicatori, si ha il dovere di essere sani, autentici e felici in se stessi e quindi capaci di contagiare gli altri ed espandere la propria luce e la propria creatività.
Esprimersi dal cuore e toccare così quello delle altre persone è il più grande dei risultati, a prescindere da case editrici e da intellettualismi letterari.
"Communicate something to the world, writing your heart out!" dice Elizabeth. E perciò si è guadagnata una pagina su questo blog.


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