martedì 16 aprile 2013

Yoga alle Everglades

Everglades National Park, Florida



Ho trovato l'Infinito in una palude.

Lungo uno dei sentieri all'interno del parco nazionale delle Everglades, un cartello ha attirato la mia attenzione. Leggendolo, ho avuto subito l'impressione che fosse diverso dagli altri: non descriveva semplicemente una specie della flora o della fauna, faceva qualcosa di più.

"C'è molto più qui di quanto appare", leggo.
Quanti incontri, quante esperienze facciamo qui? Su questa Terra che ci ospita, relazionandoci con altri esseri umani?
A chi non è capitato di fare incontri poco raccomandabili o semplicemente problematici? C'è una vasta gamma e chi ha scritto questo cartello lo sa: paurosi conigli, cavallette sgarbate (lubbers in inglese vuol dire anche questo!), velenosi serpenti, alligatori pieni di ri-morso che piangono lacrime di coccodrillo, timidi uccellini che si nascondono...
Quante volte questa tipologia la riscontriamo in noi stessi?

C'è molto di più, in ogni essere umano. L'anima non conosce paura, grossolanità, cattiveria, rimorso, insicurezza. La nostra mente invece è perfettamente in grado di produrre ciascuno di questi animali in noi e anche di più.

"Fermati per un minuto, ascolta in silenzio, guarda con attenzione". Chi ha scritto questo cartello, Patanjali?
Mi sono fermata per un minuto, ho ascoltato in silenzio, guardato con attenzione. Ho trovato il mio respiro, la sincronia con ogni suono della natura intorno a me, le vibrazioni al di là delle forme e dei colori. La mia anima: infinita, eterna, libera.

Abbiamo davvero bisogno di questa anima-lità? La risposta, a mio avviso, è sorprendente tanto quanto aver trovato un cartello come questo, anonimo, all'interno di un Patrimonio dell'Umanità.
Sì.
Solo bisogna esserne consapevoli, riconoscere il proprio "animale mentale", perdonarlo e addomesticarlo in modo che diventi un vero amico e non più una maschera. Farne uno spirito guida, direi immaginando parole che non sono mai state dette da un Indiano d'America conosciuto qui alle Everglades. Uno spirito guida è un accompagnatore, un passeggero utile, quello che tu scegli di vedere: apparentemente è lui a guidarti, ma in realtà sei tu a camminare e sei tu a volere che lui ti mostri la strada.

La strada per capire chi siamo davvero, per scoprire e lasciare splendere l'anima dentro l'animale. Voglio percorrerla, senza dare nulla per scontato, sorprendendomi ogni volta, di fronte a me stessa e ogni altro essere umano.
Perché "life here is abundant, but not always obvious": la vita qui è Florida, ma non sempre ovvia.


2 commenti:

  1. La passeggiata per le Everglades è stata davvero un'esperienza meditativa. Ovviamente tu l'hai sentita più profondamente di uno zoticone come me :-D. E l'hai messa in parole così belle che mi fanno commuovere. Sono anche i miei ricordi, grazie per renderli così luminosi.

    RispondiElimina

Commenta, comunica, esprimiti, sprigiona la tua creatività: sarò felice di leggere e rispondere alle tue Still Words! :-)